Concept

Mikal Tray, Terra ω, Anno XXXXX, 5 ore dal Termine

I libri dicono che Terra α avesse un pensiero comune, come un detto: "Tutto quello che ha un inizio ha anche una fine".
Sembra scontato da dire, tutto sommato, un banale aforisma che affermi l'ovvio di ciò che è la nostra realtà, la materia, il reame del fisico, del concreto.
Ma cosa ne sarà di noi? Quando finiamo? Come finiamo? Dove finiamo? A queste domande abbiamo cercato risposte per secoli, millenni persino, senza mai trovare una luce che illuminasse le nostre menti, che facesse da risultato alle nostre ricerche.
Siamo davvero un cumulo di informazioni facilmente spazzabili via da un evento casuale? Perché allora ognuno di noi è differente, anche quando sviluppati nelle stesse condizioni e ambienti? Cosa fa di me... Me? E dove andrà a finire, quando non avrà più niente di materiale a cui aggrapparsi?
A tutte queste domande, a breve, avremo una risposta.
Lo spazio concettuale, il luogo dove ogni entità, priva di fisicità materiale, è destinato a finire, qualora la sua identità sia abbastanza autodeterminata.
Troviamo incredibile come esso ci dia, ora che possiamo ammirarlo da vicino, la conoscenza di ciò che è, di ciò che realmente rappresenta, come se fosse cosciente dell'inevitabilità: quasi la totalità di noi creature viventi svaniremo al suo interno, come energia a farle da nutrimento.
Dove ogni mondo finisce, dove ogni realtà si interseca, dove le idee vengono preservate quando niente rimane, privo di tempo o spazio.
Già da qui, nelle lievi fratture del tessuto dell'Universo, vediamo le prime terre formarsi. Forse il flusso di pura essenza al suo interno ha già rigettato le prime forme d'essere che hanno preservato il proprio Io. Chissà se capiterà a qualcuno di noi...
Tutto quello che ha un inizio ha anche una fine.
Ma se è la fine ad iniziare, allora il destino che le spetta è lo stesso.
E quel destino, ora lo so, si chiama Aether.